Fraîcheur è un fusto “misto”, che integra diverse essenze di legno. E’
destinato a valorizzare la finezza aromatica dei vini bianchi.
Formato da fianchi in rovere francese e da fondi in acacia (robinia), è
il frutto della ricerca SEGUIN MOREAU e di parecchi anni di prove
in cantina.
Fraîcheur deriva da un protocollo di produzione particolare:
- messa a punto di una tostatura dolce specifica, preceduta da una curvatura
per immersione in acqua calda.
Questo procedimento permette un apporto di “grasso” limitato e contribuisce
alla vivacità del vino.
- utilizzo dell’acacia per i fondi.
La scelta di questa essenza consente di diminuire l’apporto di whiskylattone
(cis e trans) e di tannini ellagici, composti a volte implicati
nell’apporto di note boisé eccessive o ad una percezione più “matura/ossidativa”
dei vini.
Specifici del rovere, essi sono totalmente assenti nel legno di acacia. I fondi
così costituiti permettono quindi di preservare la freschezza del vino.
Questa viene anche valorizzata tramite apporto di note floreali leggere,
proprie dell’acacia, che partecipano alla complessità del bouquet.
PER QUALI VINI? PER QUALI OBIETTIVI?
- Fraîcheur è destinata ai vini bianchi per i quali il vinificatore ricerca
l’espressione della tipicità del vitigno, rispettando il carattere fresco e
floreale del vino.
Principali vitigni indicati : Chardonnay, Sauvignon Blanc, Sémillon, Muscadelle,
Viognier, Verdejo, Pinot grigio, Riesling, Petit et Gros Manseng.
Profilo boisé apportato da Fraîcheur:
• sul piano della struttura : preservazione della finezza e della vivacità
del vino,
• sul piano aromatico : note leggere di limone verde, fiori bianchi, aromi
freschi e sottili.
MODALITÀ DI UTILIZZO
-
Fermentazione alcolica : consigliata in fusto, completa o parziale secondo le procedure di cantina.
-
Durata consigliata dell’affinamento in legno : da 5 a 8 mesi dopo la fermentazione su feccia.
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Travasi : nessun travaso intermedio ma solo travaso finale.
Sconsigliamo la pratica del travaso in corso di affinamento, che potrebbe provocare un’ossidazione prematura del vino tramite
un apporto brutale di ossigeno e perdite di feccia, il cui ruolo protettore è accertato. Questo andrebbe contro l’obbiettivo enologico
di preservazione della freschezza e della tipicità.